VISTORTA
LOCALITÀ: VIA VISTORTA 82 – SACILE (PORDENONE)
PROPRIETARIO: BRANDINO BRANDOLINI D’ADDA
ENOLOGO: ALEC ONGARO
AGRONOMO: GIOVANNI BIGOT
PRODUZIONE ANNUA: CIRCA 200.000 BOTTIGLIE
ETTARI VITATI: 38,5
L’AZIENDA
Nel Settecento i Brandolini D’Adda, condottieri al servizio della Serenissima, divennero proprietari dell’incantevole borgo duecentesco di Vistorta e dei suoi terreni. La villa padronale e gli annessi edifici agricoli, granaio, scuderie e cantine risalgono all’Ottocento e vennero costruiti per volontà del prozio Guido, che a Vistorta e all’agricoltura dedicò tutta la propria passione e la propria vita. Negli anni Cinquanta del Novecento, il conte Brando affidò alla moglie Cristiana e all’amico scenografo Renzo Mongiardino il nuovo arredo della già splendida villa, che ancora oggi conserva intatti il fascino e la bellezza di quell’intervento. Nel 1965 la riorganizzazione e l’ampliamento del parco vennero affidati all’inglese Russel Page, che in tre anni lo trasformò con elegante sobrietà, affiancando rare essenze agli alberi secolari e donando una ritrovata centralità alla villa. In origine la cantina era ospitata nella splendida barchessa adiacente alla villa, dove tuttora sono conservate le botti e gli strumenti di un antico passato enoico; dagli anni Ottanta gli impianti di vinificazione sono, invece, accolti nella pregevole barchessa settecentesca di Cordignano.
LE PERSONE
La moderna storia di Vistorta si identifica con quella di un uomo e della sua grande passione per il luogo che lo ha visto nascere e crescere. Fu il destino a portare l’adolescente Brandino Brandolini D’Adda da Parigi, dove studiava senza trasporto, ad un’esperienza in un kibbutz a ovest di Haifa. Il contatto con il lavoro della terra lo emozionò e lo coinvolse a tal punto da fargli intraprendere gli studi di Agraria alla Texas A. & M. University. Una nuova, fortissima emozione fu, per lui, il ritorno nella sua amata Vistorta, un luogo che da spazio di gioco della felice infanzia è divenuto dimora dell’età adulta. Ma è ancora il destino che, dopo un soggiorno nei possedimenti bordolesi di Chȃteau Greysac, gli fa prendere insieme all’enologo George Pauli la decisione di dedicarsi nei suoi vigneti friulani al vitigno merlot. I risultati non tardarono ad arrivare e, dopo qualche anno, al vino della tenuta vennero sanciti prestigiosi riconoscimenti, a conferma del fatto che il cammino intrapreso era quello giusto. Un cammino di successi che continua tuttora, in un’avventura che vede ormai Brandino affiancato dai figli Guido, Maracantonio e Gioacchino.
LA FILOSOFIA
Con gli anni Ottanta il conte Brandino Brandolini D’Adda ha iniziato la minuziosa cura e salvaguardia delle vecchissime viti di merlot presenti a Vistorta e, parallelamente, la creazione di nuovi vigneti a conduzione biologica. I diversi appezzamenti vengono vendemmiai e vinificati separatamente per trarre dalle uve migliori i loro peculiari aromi e sapori, poi ricomposti in un vino equilibrato dal forte carattere. A Vistorta la conduzione dei vigneti ha da sempre l’obiettivo di accompagnare le viti ad una lunga e dorata vecchiaia, per poterne cogliere l’essenza e tutte le sfumature che queste magnifiche piante sono in grado di donare. In cantina si opera con l’ausilio di semplici ed essenziali impianti di vinificazione, così da esaltare ciò che la natura ha sapientemente costruito nel vigneto. Accanto al Merlot, vino simbolo e autentico portabandiera dell’azienda, si producono anche altri pregiati vini, sia da vitigni autoctoni sia da varietà alloctone, ma ormai da lungo tempo presenti nei vigneti friulani: ogni bottiglia incarna lo spirito e la filosofia di Vistorta, che vedono nella qualità e nell’eccellenza ineludibili principi ispiratori.
IL TERRITORIO
La tenuta agricola si sviluppa su terreni argillosi, dove le estati calde e ventilate regalano rossi di grande valore: sono le affinità che il conte Brandino Brandolini D’Adda aveva ritrovato nel Bordolese e nel Medoc e che lo avevano convinto a puntare sul Merlot anche in Friuli. Vistorta si trova nel comprensorio della Doc Friuli Grave, che si estende complessivamente su una superficie di circa 7.500 ettari a cavallo del fiume Tagliamento, tra le province di Pordenone e Udine. L’alta pianura friulana, a ridosso dell’arco prealpino, presenta caratteristiche del tutto originali. Si tratta, infatti, di un’ampia zona formata dalle alluvioni dei fiumi Meduna, Cellina e Tagliamento che, nel corso dei millenni, hanno depositato enormi quantitativi di materiale calcareo-dolomitico strappato alla montagna e trascinato a valle. L’intera pianura risulta, dunque, formata da terreno di origine alluvionale, grossolano nella parte settentrionale, più minuto via via che i fiumi discendono lungo il loro corso. Il terreno delle Grave è, inoltre, caratterizzato da un’ampia dotazione sassosa, che esalta l’escursione termica tra il giorno e la notte, favorendo l’accumulo di sostanze aromatiche nelle uve. Le montagne retrostanti, infine, proteggono il territorio dai venti freddi provenienti da nord, circostanza che, insieme all’influsso benefico del Mare Adriatico, ha contribuito a determinare un clima particolarmente adatto alla viticoltura.