ROSSI CONTINI
LOCALITÀ: STRADA SAN LORENZO, 20 – OVADA (ALESSANDRIA)
PROPRIETARIO: ANNALYSA ROSSI
ENOLOGO: GIULIANO BONI
AGRONOMO: N.D.
PRODUZIONE ANNUA: CIRCA 18.000 BOTTIGLIE
ETTARI VITATI: 4,2
L’AZIENDA
È nata nel 1989, quando Annalysa Rossi Contini ha acquistato la prima vigna a Ovada sulla collina di San Lorenzo, considerata dai vignaioli ovadesi un autentico “cru” per il dolcetto e caratterizzata dalla presenza delle leggendarie “terre bianche”, Marne di Cèssole costituite da un’alternanza arenaceo-marnosa con intercalazione di calcari. In pochi anni l’azienda è cresciuta di dimensioni; nel 1997 è stata, infatti, realizzata una moderna cantina, mentre negli anni 2000 e 2001 sono stati effettuati reimpianti di dolcetto, barbera e cortese, solo vitigni autoctoni.
LE PERSONE
Anima e braccio dell’azienda è Annalysa Rossi, lombarda innamorata della terra, spinta alla viticoltura dallo stimolo veronelliano e dalla competenza dello storico vignaiolo Pino Ratto, creatore del grande Dolcetto a Ovada, riscoperto alla fine degli anni Settanta da Mario Soldati e da Luigi Veronelli. Annalysa impara, dunque, da un grande maestro, in vigna e in cantina; di suo ci mette la meticolosità e il piacere del lavoro ben fatto, prerogative spesso più femminili che maschili. Dalla potatura alla gestione del vigneto, dalla pigiatura all’imbottigliamento, tutto è seguito (e spesso eseguito) direttamente dalla titolare. Il marito Fabio Contini, invece, si assume volentieri il compito di accompagnare il vino ad un mercato selezionato.
LA FILOSOFIA
La ricerca della miglior qualità possibile implica una filosofia molto semplice: curare al massimo tutti gli anelli della filiera, senza compromessi e senza ignorarne alcuno. Significa installarsi in terreni a forte vocazione, impiantare vigneti con sesto d’impianto fortemente qualitativo (la vigna del San Lorenzo Doc, del 2001, è impiantata a 6.500 ceppi per ettaro: fatto mai registrato prima, almeno nell’Ovadese). Grande qualità significa anche contenere fortemente le rese per ettaro, quasi alla metà di quanto previsto dai disciplinari. Portata in cantina la miglior uva possibile, vinificazione e affinamento saranno improntati alla ricerca del meglio piuttosto che del “più conveniente”: così avviene, tra le altre, la scelta dei contenitori di legno o di altro materiale, a seconda degli obiettivi enologici.
IL TERRITORIO
L’Ovadese, vertice dell’Alto Monferrato al confine con la Liguria, è il territorio del Dolcetto meno piemontese di tutti. La forte influenza del clima marittimo, la natura dei suoli e le perfette esposizioni caratterizzano i migliori terroir ovadesi in modo sorprendente. Dei buoni Dolcetto d’Ovada si dice, giustamente, che “nebbioleggiano”, verità testimoniata anche dalla sorprendente longevità delle migliori bottiglie. La storia antica di questo territorio, l’abbondanza di castelli che raccontano la presenza della nobiltà genovese e una specificità gastronomica a cavallo fra Piemonte e Liguria (agnolotti impareggiabili, d’accordo, ma anche focaccia e farinata…) rendono godibilissima un’approfondita visita turistica.